L’Ordre Mixte

Le formazioni tattiche fondamentali della fanteria napoleonica — come ho avuto modo di spiegare parlando della tattica napoleonica — erano la linea e la colonna. Entrambe avevano punti di forza e di debolezza, particolarità che ne suggerivano o ne sconsigliavano l’uso in battaglia. Chiunque abbia anche solo superficialmente accostato la storia militare del periodo sa che una particolare formazione utilizzata dai francesi sembrava risolvere tutti questi problemi, nascondendo in sé il segreto dei successi di Napoleone: questo schieramento è l’ordre mixte. Questa formazione viene considerata tipica dei reggimenti francesi su 3 battaglioni e raggiungerebbe il compromesso di associare tra loro la forza d’urto della colonna e il potere di fuoco della linea. Nella figura qui a fianco vediamo una sintetica rappresentazione dell’ordre mixte: due battaglioni in colonna d’attacco disposti ai lati di un battaglione in linea. La fama dell’ordine misto è dovuta anche ad una scuola di pensiero che ne fece risalire l’invenzione addirittura allo stesso Napoleone Buonaparte durante la campagna d’Italia il 16 marzo 1797 durante la battaglia del Tagliamento.   Questo è in realtà poco probabile, perché la formazione è citata già in opere tattiche di metà del Settecento, e già nella battaglia di Minden il 1o agosto del 1759, il Maresciallo de Contades adottò un ordine misto ” a T”, con due battaglioni in linea ai fianchi di uno in colonna. Altri precedenti si possono trovare nell’Essai Générale de Tactique di de Guibert e anche generali come Charles Dumoriez (naturalmente prima che nel 1793 passasse agli austriaci) o Bathelemy Scherer, che fu anche ministro della guerra, potrebbero rivendicare nei loro scritti qualche diritto di primogenitura. E’ possibile collocare almeno temporalmente nell’epoca dell’Amalgame la prima esigenza pratica di ricorrere all’ordine misto per le armate rivoluzionarie francesi. Uno dei problemi dei governanti della Francia rivoluzionaria fu quasi subito quello di creare una qualche forma di amalgama, appunto, tra le numerose milizie popolari che si erano aggiunte all’esercito ereditato dall’Ancién règime. Senza contare che poi a questi si sommati anche i coscritti. Così, a partire dal 1791 e per anni a seguire, vi furono vari tentativi e proposte per cercare di uniformare, nel vero senso della parola, le forze armate francesi. Uno di questi tentativi fu l’Embrigadement, ovvero la riunione in una demi-brigade di un battaglione di linea e due di volontari. Alcuni storici individuano appunto in questa forma di Amalgame l’origine dell’ordre mixte. Di fatto, il battaglione regolare era addestrato a sufficienza per riuscire a schierarsi in linea, mentre i due battaglioni di volontari non avevano avuto il tempo materiale per raffinatezze di questo tipo ed era già tanto se riuscivano a stare in colonna. Per inciso, una certa retorica glorificava l’entusiasmo di queste colonne considerandole espressioni peculiari della rivoluzione: una retorica che è giunta fino a noi, perché il luogo comune dell’entusiasmo delle armate rivoluzionarie è duro a morire. Comunque sia, altre forme di Amalgame piú radicali si imposero presto: i singoli battaglioni prima mischiarono le compagnie, quindi gli stessi uomini. E’ quindi difficile che l’Embrigadement possa essere all’origine dell’ordine misto, se non per un brevissimo periodo. Il punto vero della questione, però è un altro: ma ha senso tattico l’ordine misto così come viene rappresentato? Oppure invece di associare tra loro i pregi della colonna e della linea ne moltiplica i rispettivi difetti? Personalmente qualche dubbio lo avrei. Ad esempio è evidente che marciando in quella formazione il reggimento deve muoversi alla velocità dell’elemento piú lento, perdendo in questo modo il vantaggio principale della colonna. Poco saggia poi mi appare l’idea di impegnare tutto il reggimento in un unico sforzo, senza alcuna riserva. Inoltre se è vero che la linea è protetta sui fianchi da un eventuale aggiramento non così sono le colonne che, costrette al passo della linea, sono anche un uttimo bersaglio per le artiglierie.   L’ordre mixte era in realtà qualcosa di meno esotico. Come possiamo ricavare da molti resoconti di battaglie, era una formazione in cui il battaglione in linea che iniziava la lotta era seguito da due battaglioni di rincalzo in colonna, pronti a dispiegarsi in linea al momento di entrare in combattimento, come è illustrato nello schema qui a fianco. In questo modo il colonnello del reggimento aveva sotto controllo tutti i propri battaglioni, li poteva mettere in campo a seconda delle esigenze e soprattutto disponeva di una consistente riserva.   Con l’andar del tempo l’esercito francese ebbe reggimenti di tutte le dimensioni, ed era sempre piú difficile, anche volendo, ricorrere all’ordine misto “teorico”. La colonna Macdonald a Wagram è uno di questi esempi: per altro un esempio che non ha certo lasciato un buon ricordo di sé nella storia militare.



In epoca napoleonica non esisteva un sistema metrico univoco, ogni paese ne aveva uno proprio e anche più d’uno:

  • un miglio autriaco corrispondeva a 7586,45 metri 
  • un miglio inglese (come oggi) a 1.609,31 metri 
  • una vesta russa a 1.076 metri una lega francese a 4.444,45 metri.