2006
Pultusk

2006

Il 2006 è l’anno di Pultusk. Fino a quel momento la spedizione più lontana e più avventurosa. Dopo sarebbe venuta Malojaroslavetz. Ma questa è un’altra avventura. L’evento più importante fu certamente quello di Jena. In verità non ne conserviamo un ricordo particolarmente emozionante. La, forse, troppo rigida “organizzazione” del reenactment ci tolse più l’emozione (che è parte cospicua della nostra attività) che il divertimento. Diamine!!! Bel campo, belle unità, ottime manovre, Battaglione Italiano al meglio. Ma, insomma, poca polvere bruciata e ancor meno “adrenalina”. Lo stesso evento non viene vissuto da tutti allo stesso modo, sicuramente. Però Jena di quell’anno non fu certo eclatante. Certamente si fecero risate più sincere all’addestramento di Calenzano e ci divertimmo di più a Lodi, prendendo l’ennesimo cannone e facendo prigioniera un’intera unità alleata!!! Pultusk invece, altra cosa. I 7 disperati che riuscirono a trovare il campo dopo 20 ore di viaggio in una notte polacca tanto afosa quanto buia, che fecero il bagno nella Narew in camicia e mutandoni d’ordinanza (servendo da pasto a milioni di zanzare), che furono baciati a ripetizione da polacchi e lituani, commossi da questa nuova, per loro, fraternità d’armi, che si scolarono birroni giganteschi ai piedi del castello di Pultusk, che videro la finale dei Mondiali in una solitaria pizzeria in un posto imprecisato alla periferia di Varsavia………..beh, quei 7 , “les enfants perdu de Pultusk”, indossano con particolare orgoglio il metaforico “nastrino” di quella campagna. Operavamo insieme ad un battaglione lituano. Gente spettacolare. Rotti alle fatiche, disciplinatissimi, rispettosi delle tradizioni. Il loro sergente ti offriva da bere in un calice di cristallo che portava nello zaino!!! Fantastici. Eravamo la loro fanteria leggera. E il 113ème lasciò il proprio segno anche nella lontana Polonia. Approfittando del rifluire di una carca di dragoni russi, il Reggimento caricò una ridotta d’artiglieria con il consueto ardimento e lo spirito d’iniziativa che distingue la fanteria leggera ed il 113ème. La ridotta fu presa, il cannone inchiodato e l’ufficiale fatto prigioniero. Uno degli episodi di valore più belli nella storia del reggimento. Ottima battaglia, egregiamente organizzata con effetti “pirotecnici” fino ad allora mai visti. Ne parliamo ancora di Pultusk, nelle sere attorno ai bivacchi. E chi non c’era sogna le belle polacche di quella strana cittadina sulle rive della Narew.