8. I Cacciatori dell’Elba

Un capitolo a parte è rappresentato dall’isola d’Elba, che è già annessa alla Francia dal 1802. Dall’annessione, l’Elba concorre alla leva francese, compresa quella di mare. I dati raccolti al riguardo dal Frasca evidenziano una ricorrenza di invii di coscritti elbani nel bataillon de tirailleurs corses e la dispersione dei rimanenti nei vari reggimenti francesi1. Poco dopo l’annessione viene creato un battaglione ausiliario con compiti di polizia. Questo battaglione viene sostituito il 15 giugno 1803 da due battaglioni irregolari di cacciatori elbani. Il 28 febbraio 1805 i due battaglioni vengono accorpati in uno solo. Nel 1810 il battaglione viene inserito nella guardia nazionale e nel 1812 viene parzialmente mobilitato: circa 700 elbani prendono così parte alla campagna di Russia2. I cacciatori elbani combattono il 18 ottobre 1812 a Polozk, il successivo 19 ottobre alla Dwina ed il 23 novembre a Borisow, nei pressi della Beresina3. I resti del battaglione combattono poi in Germania e sono presenti alla battaglia di Lipsia, dove l’unità cessa di esistere. Dopo Lipsia solo pochi reduci di questo battaglione riescono a rientrare all’Elba alla spicciolata. La guardia nazionale dell’Elba viene in seguito riformata ed utilizzata solo sull’isola.

 

1 Cfr. FRASCA, Reclutamento e ……, op. cit., pp. 102-103.

2 Cfr. DADDI Giampaolo, La petite armée, Elba srl, Firenze 1996, pp. 25-26 e GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, pp. 289-290 e 512-513.

3 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, pp. 308-309 e 386.

Il brano sopra citato è tratto da: Gianni Doni “CENNI SUI MILITARI TOSCANI NELLA GRANDE ARMÉE” in: Partire, Partirò, Partir bisogna. Ed. Polistampa, Firenze 2009.