9. Il 35ème régiment d’infanterie légère

 

Il 27 gennaio del 1810 viene creato il régiment de la Méditerranée, per inserirvi i coscritti renitenti alla leva dei dipartimenti italiani. L’11 marzo 1811 il reggimento diventa il 1°régiment de la Méditerranée. Il 20 settembre 1812 il reggimento diviene il 35èmerégiment d’infanterie légère1. L’uniforme è quella della fanteria leggera francese, che è uguale a quella della fanteria di linea eccetto che per i colori: l’abito è tutto blu, compresi risvolti e code, con filettature bianche ed anche i pantaloni sono blu del medesimo tono dell’abito. I bottoni sono di metallo bianco con sopra il numero del reggimento. I colori distintivi delle compagnie sono i medesimi. Non sappiamo se all’atto della costituzione il 35° leggero è dotato ancora del vecchio habit-veste o se gli viene distribuito il nuovo abito corto modello 18122. Il 4 gennaio 1813 il reggimento riceve la sua aquila3. Nel 1813 i battaglioni del reggimento sono impiegati su vari teatri operativi. Nella campagna di Germania, tralasciando alcuni fatti d’arme minori, il 35° leggero combatte: il 13 febbraio 1813 a Kalish, il 15 febbraio a Rawicz, il 21 maggio a Bautzen, il 23 agosto a Gross-Beeren, il 6 settembre a Juterbock, il 16-19 ottobre a Lipsia, il 21 ottobre a Freyburg ed il 30 ottobre 1813 ad Hanau. Contemporaneamente a questi avvenimenti una parte del 35° leggero è inserita nella 2a divisione dell’esercito con il quale il vicerè Eugenio deve difendere il nord dell’Italia dagli austriaci4. Il 24 agosto 1813 due battaglioni del 35° leggero “italiano”, assieme ad un battaglione del 36°, attaccano e conquistano Villach, facendo prigionieri 200 soldati austriaci5. Il 35° leggero combatte poi il 5 febbraio 1814 a Gardone, il 15 febbraio a Palmanova ed a Volta, il 28 febbraio al ponte d’Ideva ed il 9 aprile 1814 ad Aiguebelle, in Savoia6. Il reggimento è ufficialmente sciolto il 12 maggio 18147.

 

Uno dei battaglioni del 35° leggero, composto quasi interamente di piemontesi e toscani, è però di guarnigione all’Elba8 e qui lo trova Napoleone al suo arrivo nell’isola il 4 maggio 1814. Ai primi di maggio il battaglione viene sciolto e gli elementi facinorosi e coloro che chiedono il congedo sono rimpatriati. Con gli altri e con nuove reclute provenienti dall’Italia e dalla Corsica – oltre che con qualche elbano9 -, viene costituito il bataillon de chasseurs-flanqueurs de l’ile d’Elbe10. A fine febbraio 1815 il battaglione cacciatori è organizzato su 3 compagnie di 90 uomini11. Quando Napoleone salpa dall’Elba e sbarca a Golf Juan, dando inizio all’ultima fase della sua tempestosa vicenda, oltre al battaglione della guardia che lo aveva seguito in esilio, si porta dietro anche il bataillon de chasseurs-flanqueurs. Quindi questa unità viene irreggimentata quale 1° battaglione del 1er régiment de voltigeurs della jeune garde12. Questo reggimento, facente parte della divisione della giovane guardia imperiale, combatte con onore a Waterloo. In questa memorabile giornata, assieme a tutta la divisione della giovane guardia, il 1° volteggiatori viene impiegato per difendere il fianco destro francese dai prussiani. Nella disperata difesa del villaggio di Plancenoit, il reggimento paga un pesante tributo di sangue, passando dai 1.219 effettivi dell’inizio della campagna ai soli 196 uomini che riguadagnano il suolo francese alla fine dell’avventura dei 100 giorni.13 Traccia di questa presenza italiana a Waterloo pare emergere, tra l’altro, anche dai nomi degli ufficiali del 1er régiment de voltigeurs della jeune garde rimasti feriti il 18 giugno 1815 a Waterloo, tra i quali risulta un sottotenente Lorenzi14.

 

1 Cfr. FIEFFIÉ, Histoire des.., op. cit., vol. II, p. 118 e QUINTIN, Dictionnaire…, op. cit. p. 904 e p. 917.

2 Cfr. FUNCKEN, L’uniforme…, op. cit., pp. 26-39.

3 Cfr. SMITH, Napoleon’s…, op. cit., p. 208.

4 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, pp. 304-306.

5 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, pp. 317-318.

6 Cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit. p. 464-465.

7 Cfr. SMITH, Napoleon’s…, op. cit., p. 208.

8 Cfr. FIEFFIÉ, Histoire des.., op. cit., vol. II, pp. 358-359.

9 Cfr. DADDI Giampaolo, La  petite, op. cit., pp. 25-26, 47, 49, 53 e 60, nel quale sono ricostruite in dettaglio le vicende relative alla trasformazione del 35° leggero nel nuovo battaglione cacciatori.

10 Cfr. FIEFFIÉ, Histoire des.., op. cit., vol. II, pp. 358-359.

11 Cfr. DADDI, La petite armée, op. cit., p. 156; anche BURESI Dominique, Les corses au combat. Sous trois drapeaux 1792-1815, Éd. DCL, Ajaccio 2003, pp. 130-132, conferma che nel battaglione oltre ai corsi vi sono anche dei toscani.

12 Cfr. FIEFFIÉ, Histoire des.., op. cit., vol. II, p. 359.

13 Cfr. BOWDEN Scott, Armies at Waterloo, Empire Press, Arlington U.S.A., 1983, p. 78 e p. 331.

14 Cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit. p. 83.

Il brano sopra citato è tratto da: Gianni Doni “CENNI SUI MILITARI TOSCANI NELLA GRANDE ARMÉE” in: Partire, Partirò, Partir bisogna. Ed. Polistampa, Firenze 2009.