3.3 Spagna 1812-1813: la difesa di Ciudad Rodrigo e gli ultimi combattimenti nella Peninsula

Si va così compiendo il triste destino del 1° battaglione del 113ème. Ciudad Rodrigo viene investita il giorno 8 gennaio 1812 dall’intera armata inglese, forte di 35.000 uomini1 e sotto il diretto comando del duca di Wellington. I difensori ammontano a 2 battaglioni del 34° leggero, formato in gran parte da piemontesi, un battaglione del 113ème e due compagnie di artiglieria; in tutto circa 1.900 uomini agli ordini del generale Barrié. Nella notte del 9 gennaio gli inglesi con un colpo di mano si impossessano delle opere difensive provvisorie poste sul Grand Teson, una collina prossima alla città. La guarnigione della ridotta composta da 60 uomini del 34° leggero è velocemente sopraffatta dagli assalitori. Tredici uomini vengono uccisi, gli altri sono presi prigionieri. La presa della ridotta, avvenuta a causa di una negligente condotta della sua guarnigione, viene spesso indicata come una delle principali cause della caduta di Ciudad Rodrigo. In realtà le opere difensive del ridotto sono di legno e molto approssimative, è quindi opinione di chi scrive che, anche senza il fortunato colpo di mano, difficilmente la posizione avrebbe potuto reggere a lungo all’assalto degli anglo portoghesi che impiegano nell’impresa notevoli risorse in uomini e mezzi. L’esercito che assedia Ciudad Rodrigo è infatti composto da ben 4 divisioni: la 1a, la 3 a, la 4 a e la famosa Light Division di Bob Craufurd. Il possesso del Grand Teson consente agli inglesi di posizionare le batterie di assedio in posizione favorevole rispetto alla città e questo aumenta la precisione dell’artiglieria. Gli attaccanti possono infatti osservare la condotta del tiro ed aggiustare la mira. Il 10 gennaio gli inglesi iniziano a scavare la prima parallela a circa 350 metri dalla fortezza. Lo stesso giorno iniziano a sparare le batterie d’assedio. La notte del 13 le batterie vengono armate con 28 cannoni. Il 14 gennaio, a soli 90 metri dalla piazza inizia lo scavo della seconda parallela. Il generale Barriè effettua quindi una sortita con circa 500 uomini per danneggiare le opere d’assedio. L’azione è appoggiata dall’artiglieria della fortezza e gli assediati ottengono qualche risultato. Sono però presto costretti a ritirarsi a causa della superiorità numerica degli assedianti. Il 19 gennaio le batterie d’assedio hanno creato due brecce, una delle quali molto vasta. Il destino della fortezza è segnato. Dopo un furioso attacco notturno Ciudad Rodrigo è conquistata dagli anglo portoghesi, che lasciano sul campo, tra l’assedio e l’assalto, tra i 1.100 ed i 1.300 uomini tra morti e feriti. Al riguardo le varie fonti presentano dati non coincidenti2, mentre pubblicazioni più recenti tendono a fornire numeri ulteriormente ridotti, probabilmente ottenuti omettendo dal conteggio le perdite degli alleati portoghesi, che invece partecipano attivamente a questi avvenimenti. Cadono anche i generali inglesi Craufurd e Mackinnon. In particolare, Robert Bob Craufurd, viene ferito a morte durante l’assalto del 19 e si spegne il successivo 23 febbraio 18123. Il primo battaglione del 113ème cessa così di esistere: chi non muore nella difesa viene preso prigioniero ed inviato in Inghilterra4. L’assedio e l’assalto a Ciudad Rodrigo sono documentati anche da molte fonti inglesi. Tra queste primeggia il lavoro del Napier5, che combatte nella guerra peninsulare e che quindi è fonte primaria di questi eventi. Purtroppo però, secondo il suo consueto stile, comune tra l’altro a gran parte della memorialistica/cronachistica inglese dell’epoca, il taglio è agiografico e finalizzato alla sola esaltazione degli inglesi. Lo scritto infatti non concede niente agli avversari, tanto che nelle numerose pagine dedicate all’episodio non si citano nemmeno le unità che compongono la guarnigione. Non si possono poi non menzionare il Journal of the sieges6 nel quale sono disponibili informazioni dettagliatissime sulle opere d’assedio e sul bombardamento d’artiglieria delle batterie d’assedio, nonché l’imponente opera dell’Oman7. Quest’ultimo ci informa della circostanza che la guarnigione conta 500 soldati e 29 ufficiali tra morti e feriti, i superstiti sono tutti presi prigionieri. Parte di questi uomini, imprigionati sui terribili pontoni di Portsmouth, vengono poi arruolati dagli inglesi nel 1° battaglione della Anglo-Italian Legion, unità meglio nota come le italian levy8. Questi uomini sono impiegati dagli inglesi in più occasioni in Spagna, dove avvengono varie diserzioni per riguadagnare il campofrancese. Nelle fasi finali delle guerre napoleoniche le italian levy partecipano allo sbarco di Lord Bentick a Livorno del 10 marzo 1814. In quella occasione parte dei toscani riesce probabilmente a disertare e a tornare finalmente a casa.

 Nel frattempo il secondo battaglione si ritira verso Valladolid, passando per Burgos e venendo poi stanziato come guarnigione a Gamonal, da dove riprende gli usuranti compiti di scorta a convogli e corrieri. Lungo la strada sono reintegrati nei ranghi una cinquantina di feriti usciti dagli ospedali, arrivando così ad una forza di circa 250 uomini. Dopo 42 giorni di scorte, il reggimento viene nuovamente spostato e inviato con analoghi compiti in guarnigione a Brivieres. Nel servizio di scorta riprende il consueto guerreggiare contro la guerrilla spagnola, che in quella zona consiste principalmente nella banda del Mina. Con questa banda si verifica un combattimento di una certa consistenza il 7 luglio 1812. In questa occasione un distaccamento del 113ème composto da circa 120 uomini che sta scortando un convoglio viene attaccato da circa 400 cavalieri irregolari e, marciando in quadrato, respinge 3 cariche nemiche prima di raggiungere un abitato presidiato ove riparare9. Dopo Salamanca10   ed il conseguente arretramento del fronte, il 113ème si sposta a Vitoria e combatte con le sue compagnie scelte il 19 ottobre 1812 a Monasterio11. Dopo l’eroica difesa di Burgos da parte dei francesi e la ritirata inglese, adesso nella divisione Caffarelli, il nostro reggimento si riporta in avanti e viene impiegato prevalentemente in Biscaglia. In questo periodo il 113ème è incaricato di compiti di vario tipo che vanno dalla scorta ad un convoglio di 1.500 prigionieri, in gran parte scozzesi, alla liberazione di varie località, alle immancabili scorte ai convogli di rifornimenti, oltre che alle solite operazioni di antiguerriglia. Il primo settembre il 2° Battaglione del 113ème viene dichiarato disciolto, con contestuale riorganizzazione del 1° battaglione12. Il 15 gennaio 1813, adesso sotto gli ordini del generale Vandermaesen, mentre scorta un convoglio sulla strada da Santander e Renosa il reggimento si impegna nel suo ultimo scontro in terra spagnola. Gli spagnoli attaccano il convoglio ed il 113ème, appoggiato da due pezzi di artiglieria, contrattacca mettendoli in fuga13. Giunto a Burgos il 25 gennaio 1813 il reggimento è raggiunto dall’ordine di rientrare al deposito di Orléans. Il 12 febbraio 1813, dopo quasi cinque anni di dure campagne e ridotto a sole 190 unità tra ufficiali, sottufficiali e soldati, il 113ème abbandona per sempre il suolo spagnolo14.

1 Cfr. NAPIER W.F.P., History of the war in the peninsula and in the south of France, Redfield, New York 1856, 5 voll., vol. III, p. 342.

2 L’Oman che al riguardo riferisce per gli anglo portoghesi in totale, tra l’assedio e l’assalto, la perdita di 1.111 uomini dei vari gradi; cfr. OMAN Charles, A history of…, op. cit., vol. V, pp. 185-186; Napier invece indica per Wellington perdite complesive per 1.290 uomini, cfr. NAPIER W.F.P., History of…., op. cit., vol. III, p. 349.

3 Cfr. NAPIER W.F.P., History of…., op. cit., vol. III, pp. 349-350.

4 Per DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 10, pp. 202-206, complessivamente nell’assedio e nell’assalto, vengono feriti i capitani Bertini e Bottioni ed il tenente Ceccarelli e sono “perduti” i capitani Velluti e Tuccoli ed i tenenti Colleschi, Pagani e Bressaut; per GIORGETTI, op. cit., vol. II, p. 420, nell’assalto muoiono o sono feriti i seguenti ufficiali: capitani Velluti, Tuccoli e Bottioni; i tenenti Colleschi, Pagani, Ceccarelli; il MARTINIEN, Tableaux…, op. cit. p. 336, fornisce invece dati leggermente diversi, indicando come morti i capitani Della Rocca e Velluti ed il tenente Colleschi (il giorno 18); morto a seguito di ferite il sottotenente Brisson; feriti i capitani Bottioni (il giorno 18) e Tuccoli, il tenente Ceccherelli ed il sottotenente Pineschi.

5 Cfr. NAPIER W.F.P., History of…., op. cit., vol. III, pp. 342-352.

6 Cfr. JONES John, Journal of the sieges carried on by the army under the duke of Wellington in Spain during the years 1811 to 1814, London 1846, 3 voll..

7 Cfr. OMAN Charles, A history…., op. cit., per Ciudad Rodrigo, cfr. vol. V, pp. 157-186.

8 Cfr. GOULD Robert W., Mercenaries of the Napoleonics Wars, Tom Donovan, Brighton 1995, pp. 23-24

9 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 10, p. 277; in questo episodio viene ferito il capitano Schampi.

10 Battaglia di Salamanca o les Arapiles, combattuta il 22 luglio 1812 nella quale il duca di Wellington sconfigge il maresciallo Marmont.

11 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 10, p. 240.

12 Numero originariamente assegnato al battaglione che difendeva Ciudad Rodrigo, in concreto, il secondo battaglione cambia nome, diventando il primo; cfr. ARZILLI, I reggimenti…., op. cit., p. 788.

13 Il reggimento perde in quella occasione il tenente Boni, che colpito dal fuoco nemico muore sul colpo, e “…una trentina fra granatieri e volteggiatori morti e feriti.”; cfr. VACANI, Storia delle campagne…, op. cit., vol. VI, pp. 410-412; per De Laugier invece il Boni non è ucciso ma gravemente ferito, cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, pp. 66-67.

14 Cfr. VACANI, Storia delle campagne…, op. cit., vol. VI, p. 412 e DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, p. 68.

Il brano sopra citato è tratto da: Gianni Doni “CENNI SUI MILITARI TOSCANI NELLA GRANDE ARMÉE” in: Partire, Partirò, Partir bisogna. Ed. Polistampa, Firenze 2009.