2009
Pivka
2009
Vedremo nel 2009.
Ci eravamo lasciati con questa frase dopo Austerlitz 2008.
Il riferimento era alla maggiore consapevolezza dei reenactors rispetto alla necessità di un’attività più vicina alle tattiche ed ai regolamenti di fanteria dell’epoca, ed all’opportunità di campi, laddove possibile, meno “vacanzieri” e più militari.
I 4 bicentenari che abbiamo “festeggiato” nel 2009 hanno ampiamente fornito una conferma in questa direzione, sia pure con sfumature diverse.
Sacile, battaglia del 16 aprile 1809.
Eckmuhl, 22 aprile.
Znaim, 10-11 luglio.
Praewald (passo di Radzrto) 17-21 maggio.
Purtroppo la battaglia “grossa”, Wagram, non c’è stata e abbiamo scelto di non partecipare all’evento sostitutivo di Marchegg.
A proposito di scelte. Il Reggimento è sempre più orientato a partecipare (anche a costo di maggiori sacrifici) ad eventi che abbiano in primo luogo un riferimento storico preciso e, contemporaneamente, garantiscano la qualità del reenactment.
Non sempre il secondo elemento è facilmente identificabile ex ante, ma nel 2009 diciamo che siamo stati fortunati. In tutti i quattro eventi abbiamo ritrovato, volta per volta, quasi tutte le migliori unità europee.
C’è mancato il BIF nel suo complesso, ma ci siamo “arrangiati” facendo brigata ora col 1° leggero, ora con i Tirailleurs du Po’.
Dei 4 forse Sacile è stato quello un po’ più “dispersivo”. Tuttavia non ha tradito le aspettative con una bella battaille rangée.
Eccellente Eckmull. I nostri amici dei Cacciatori a Cavallo Bavaresi (Roland Matejka Capitaine au 2e Régiment Royal de Chevau-légers Bavarois Taxis) avevano organizzato un bel campo con tende ordinate, bella tenda di Sato maggiore, sentinelle, macchine quasi del tutto fuori vista. E avevano scelto un bellissimo terreno.
Un ruscello a dividere il campo ha consentito manovre realistiche, insolite e molto, molto divertenti. Lo abbiam passato baionetta in canna su un ponticello di tronchi buttato giù al momento dagli zappatori e protetti, sul fianco, dalla 9ème.
La vecchia conoscenza e la fraternità d’armi con i ragazzi di Martin ci ha permesso di manovrare davvero bene.
Un’altra manovra invece, azzardata e disperata, condotta senza l’auspicato e dovuto appoggio della Guardia, ha invece fatto sì che la cavalleria nemica ci constringesse a mettere basse le armi!!!
Ma siamo fuggiti e, non avendo dato la parola, siamo tornati a combattere il giorno successivo.
Complessivamente un bell’evento, accompagnato da una cordiale accoglienza dei “paysans” (in pratica da casse di birra offerte) e da una piccola cerimonia in omaggio alla tomba del Generale Cervoni, caduto ad Eckmuhl.
A Znaim abbiamo ritrovato gli amici Cechi (Jakub e Kamil) e ci siamo guadagnati l’amicizia e la stima (reciproche) dei Voltigeurs de la Garde polacchi, con i quali abbiamo fatto brigata.
Con loro abbiamo operato en tirailleurs coprendo l’avanzata, e la ritirata, della linea. Non lo avevamo mai fatto a livello di compagnia. E’ stata una bellissima esperienza.
Vale la pena di raccontare un aneddoto.
Anzi un aneddoto con precedente. Il precedente. Un francese della 22^, tutto solo, si presenta al campo e si unisce a noi. Silenzioso, bravo e simpatico. Ma un altro francese, con moglie al seguito, assistendo alla battaglia del sabato, mi domanda dov’è il campo e se può venire. Si presenta anche lui, vestito da matelot des equipages e si fa marce, sfilate e battaglia della domenica.
Allora c’è chi prende la macchina, ci carica divisa, moschetto e moglie, e si gira l’Europa in cerca di reenactment. Straordinario!!!
A Pivka (non lontana dal passo di Razdrto) abbiamo, anche qui, provato qualcosa di nuovo. Terreno rotto, in montagna (Pivka è sul Carso) quindi unità non numerose, e tirailleurs.
Horak si è confermato un eccellente organizzatore e un buon amico.
Gli austriaci, come spesso purtroppo accade, erano in numero inferiore, ma avevano un po’ di cavalleria, che ha fatto la differenza. Gli Ulani Schwarzenberg (trovati così spesso), abilissimi cavalieri (tutta gente più che matura), oltre che belli a vedersi e bravi reenactors, hanno dimostrato come la cavalleria, se ben condotta ed abile nella manovra, può fortemente condizionare lo sviluppo dell’azione delle fanterie.
Ci hanno costretto a formare ripetutamente quadrato, interrompendo di continuo la nostra avanzata ed inseguendoci in ritirata. I tirailleurs hanno fatto davvero brutta vita. Divertente, molto.
Il 2009 ci ha anche consegnato un po’ di bravissime reclute. Siamo felici.
Viva il 113ème