12. Epilogo
Gli eventi sopra narrati, se pur in forma sintetica, tracciano un quadro evidente di quanto sia stato importante ed insieme tragico il contributo toscano alle vicende napoleoniche. Nonostante molti reggimenti non si trovino a combattere in famose battaglie, gli stessi vengono spesso impiegati su dei fronti particolarmente ostili, sia per lo spirito anti francese delle popolazioni, sia per il clima durissimo; queste circostanze fanno si che i toscani versino un importante contributo di sangue. Al riguardo, le perdite registrate dal Martinien per il 113ème, se pur riferite ai soli ufficiali, forniscono un indizio di quanto sia alto questo tributo1: 13 ufficiali morti (dei quali, 3 a seguito delle ferite riportate in combattimento), 1 ufficiale disperso in Spagna, 52 ufficiali feriti (dei quali 6 dispersi in Russia, che vanno pertanto considerati ulteriori 6 morti). In tutto 66 ufficiali tra morti, feriti e dispersi, elencati in una lista che, come emerge anche dal presente lavoro, è largamente incompleta. Ancor più evidenti appaiono le perdite dei reggimenti creati nel 1813, che oltre ad essere onerose, si trovano concentrate nell’arco di pochi mesi. Così, come già rammentato nel paragrafo dedicato a questo reggimento, il 137° di linea, presente il 21 maggio 1813 a Bautzen, perde in quella giornata ben 1.138 uomini di tutti i gradi. Al riguardo il Martinien riporta i nomi di 28 ufficiali perduti a Bautzen dal 137ème. La medesima fonte registra per questo reggimento ben 77 ufficiali uccisi o feriti nei sei mesi che intercorrono tra il 21 maggio ed il 19 ottobre 1813, ultima giornata della battaglia di Lipsia2.
Traspare inoltre dai vari documenti, una ulteriore minuta storia di uomini, di difficile ricostruzione. Troviamo infatti molti nomi di soldati appartenenti a reggimenti toscani negli elenchi dei presenti e dei caduti, in episodi in cui i reggimenti non erano ufficialmente presenti. La ragione di queste vicende è probabilmente da rintracciare nella miriade di contingenti di reclute, guariti da ferite o malattie, rimpiazzi e rinforzi che, in transito nelle varie zone di guerra, vengono inseriti in battaglioni di marcia, oppure in altre unità a vita effimera che, secondo la bisogna, sono utilizzati nei luoghi più disparati. Questa è quindi al momento la possibile spiegazione, fino alla futura scoperta di documenti inediti che forniscano evidenza di altre ragioni, per esempio, di episodi come il ferimento del maggiore Provani e dello chef de bataillon Laurent il 22 luglio 1812 durante la battaglia di Salamanca, scontro al quale il 113° reggimento non ha ufficialmente preso parte3. Stesso dicasi per il tenente Reynier, ferito a Magdeburgo il 5 febbraio 1814: in quella piazza è infatti probabilmente presente un deposito reggimentale di tappa del 113ème, i cui componenti contribuiscono combattendo alla difesa della piazzaforte4.
Come emerge da questo scritto, la storia dei toscani nelle guerre napoleoniche, è composta da una miriade di vicende collettive e personali, delle quali niente emerge sui nostri libri di storia, ad eccezione che in pochi testi specialistici o universitari. È forse venuto il momento di colmare questa lacuna. Questo sia per l’importanza del contributo militare e civile della Toscana all’impero francese dal 1808 al 1814, sia al fine di conservare la memoria di tanti importanti eventi, ma anche per gettare nuove basi di studio sul rapporto che intercorre tra reducismo napoleonico e militanza risorgimentale, rapporto che emerge da molti indizi ma che non è mai stato adeguatamente studiato.
1 Cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit., pp. 335-337.
2 Cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit., pp. 366-367.
3 Cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit., p. 336.
4 Cfr. SMITH, Napoleon’s…, op. cit., pp. 158-159.