4.1 Spagna 1810-1812: ancora guerriglia e controguerriglia

I compiti ai quali sono preposti i toscani del 28° cacciatori in Spagna sono prevalentemente di antiguerriglia e polizia, ma il reggimento si trova anche a partecipare a fatti d’arme di rilievo. Infatti i cacciatori toscani si distinguono il 29 aprile al ponte di Manzaneda, presidiato da una colonna di fanteria e da due cannoni, dove il tenente Stocchi guida alla carica i cacciatori del 28° e apre la strada alla marcia della divisione Bonnet1. il 6 settembre, nei dintorni di Grado, la compagnia scelta del 28° cacciatori carica con impeto una grossa banda di guerriglieri del Marquesito.Gli spagnoli sono ordinati in quadrato e protetti da due pezzi che tirano a mitraglia. Il quadrato però non regge e gli spagnoli fuggono lasciando sul terreno 280 uomini tra morti e feriti, 250 prigionieri ed anche i due cannoni, che vengono catturati. Al capitano Del Testa che comanda la compagnia e che rimane gravemente ferito2, il generale Bonnet consegna personalmente la croce della legion d’onore3. Il 14 settembre il 28° cacciatori partecipa ad un altro combattimento contro la banda del Marquesito, che lascia sul campo 400 uomini e si ritira4. Il 17 ottobre 1810 due squadroni del 28° cacciatori partecipano al soccorso e alla riconquista del porto di Giion, occupato da uno sbarco inglese5. L’ultimo fatto d’arme del 1810 al quale partecipano i cacciatori del 28° è il combattimento che si sviluppa il 29 novembre vicino ad Oviedo tra i 1.500 uomini del Bonnet e 6.000 spagnoli dell’esercito di Galizia, che avanzano verso la città. Nonostante la sproporzione delle forze, gli spagnoli sono respinti ed inseguiti, anche grazie al 28° cacciatori che carica di fianco le colonne nemiche inducendole alla ritirata. Il fatto ottiene notevole risonanza e molti ufficiali del 28° cacciatori sono oggetto di menzione6.

Il 20 gennaio 1811 un drappello di 15 cacciatori del 28° cacciatori condotto dal tenente Stocchi partecipa al soccorso di una compagnia del 120° di linea che è attaccata da ingenti forze spagnole, caricando i nemici7. Il 23 giugno il 28° cacciatori viene citato sul Monitore, per la sua pregevole condotta nel sanguinoso combattimento di Quiutanilla-del-Valle8. Il 2 luglio 1811 gli spagnoli attaccano le posizioni della divisione Bonnet sull’Orbigo ed il 28° cacciatori carica assieme ad altra cavalleria francese, respingendo il nemico. In questo combattimento il capitano Del Testa rimane ferito. Gli spagnoli tornano all’attacco il giorno 10 luglio ma vengono nuovamente respinti grazie ad un’altra carica del 28° cacciatori9. Nel settembre del 1811 il reggimento partecipa, nella divisione di cavalleria leggera del generale Montbrun, alle operazioni del maresciallo Marmont dirette ad alleggerire Ciudad Rodrigo e Badajoz dalla pressione dell’esercito di Wellington. Il 25 settembre 1811 combatte a El Bodòn contro la retroguardia anglo portoghese10. Nel giugno del 1812 il 28° cacciatori fa parte della divisione Bonnet che viene impiegata nelle Asturie in appoggio di Marmont. Poi, con tale corpo d’armata, ormai ridotto per la continua usura ad una forma scheletrica, il reggimento combatte con successo il 18 luglio a Tordesillas de la Orden sulla strada per Salamanca tra Castrejon e Castrillo contro la cavalleria leggera inglese della brigata di Anson11. Il 22 luglio il reggimento partecipa alla disastrosa battaglia di Salamanca, nella quale Wellington infligge a Marmont una dura sconfitta. In questa occasione è tatticamente schierato assieme a tutti i reggimenti di cavalleria leggera francese nei quadri della divisione Curto. Tale divisione prende parte il giorno 23 luglio anche al combattimento di Garcia Hernandez. È moltoprobabile quindi che il 28° cacciatori partecipi anche a questo duro combattimento, anche se non abbiamo riscontri al riguardo. Le perdite in questi avvenimenti sono pesanti e l’aliquota del reggimento che vi partecipa passa dai 94 uomini del 15 luglio ai 42 effettivi in forza al primo di agosto12. Quindi, dopo altri fatti d’arme di minore importanza, il 28° cacciatori rientra in Francia alla fine del 1812, con una forza totale di circa un centinaio di effettivi, raggiunta probabilmente con il rientro nei ranghi di aliquote di malati e di feriti13. Nel frattempo però presso il deposito di Orléans, nell’ambito dei preparativi per l’attacco alla Russia è stato creato un reggimento 28°Bis, destinato ad operare in questo nuovo fronte14.

 

1 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, pp. 45-46.

2 Il MARTINIEN, op. cit., p. 613 è evidentemente lacunoso per la storia del 28° cacciatori: non riporta questo ferimento e complessivamente vi sono indicati solo due ufficiali feriti per il 1810 e nessun morto ne ferito negli anni precedenti.

3 L’onorificenza gli viene poi confermata con decreto imperiale del 2 ottobre 1810, cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, pp. 47-48.

4 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, p. 49.

5 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, pp. 49-50.

6 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, pp. 50-52.

7 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, pp. 196-197.

8 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, p. 215.

9 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, pp. 217-218.

10 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 9, p. 219.

11 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, p. 422, DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 10, p. 220 e FLETCHER Ian, Salamanca 1812. Wllington schiaccia Marmont, Osprey-Del Prado, Madrid 1999, p. 31 e p. 88.

12 Cfr. OMAN Charles, A history of…, op. cit., vol. V, pp. 603.

13 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, p. 429, ci informa che il 28° cacciatori è rientrato in Spagna per la terza volta nel marzo 1810, forte di circa 300 uomini e che al momento del definitivo rientro in Francia gli uomini presenti sono “….ormai soltanto un centinaio.” e DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, p. 69 ci attesta che al momento del rientro in Francia alla metà del gennaio 1813 il 28° cacciatori era “…ridotto a circa 100 uomini, di oltre 800 che si componeva all’epoca del suo secondo ingresso nelle Spagne.”.

14 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, p. 436.

Il brano sopra citato è tratto da: Gianni Doni “CENNI SUI MILITARI TOSCANI NELLA GRANDE ARMÉE” in: Partire, Partirò, Partir bisogna. Ed. Polistampa, Firenze 2009.