5. Il bataillon des vélites de Florence

A seguito dell’annessione vengono create in Toscana due nuove unità d’elité con compiti di guardia e scorta della granduchessa Elisa, i veliti di Firenze e le guardie d’onore. La prima nuova unità è il bataillon des vélites de Florence, che viene creato con decreto del 24 marzo 1809, con un organico di 600 uomini, di volontari aventi rendita annua di almeno 200 franchi ed in grado di leggere e scrivere. Non avendo sufficiente numero di volontari, il battaglione viene poi completato anche con dei coscritti1. I comandanti del battaglione sono, nell’ordine, i seguenti chef de bataillon: dal 1809 Dufour, dal giugno 1813 Barrois, dal settembre 1813 Ardouzal e dal Novembre 1813 Delaire2. I veliti indossano la medesima uniforme dei Fucilieri-Granatieri della Guarda Imperiale, della quale anche essi entrano a far parte: habit-veste blu con bottoni gialli, risvolti al petto bianchi, code rosse con aquile bianche, colletto blu, paramani rossi con patta bianca con tre bottoni; panciotto e pantaloni bianchi, ghette e scarpe nere, schakò nero con chevron laterali e cordelline bianche e pon pon o pennacchio rossi, spalline bianche con strisce rosse; bandoliere di cuoio bianco con giberna nera; moschetto ad avancarica probabilmente del mod. 1777 modificato anno IX standard, con baionetta e sabre-briquet3.

In data 11 ottobre 1811 Napoleone dichiara i veliti di Firenze come facenti parte della Moyenne Garde4. Il battaglione dei veliti di Firenze viene creato ufficialmente come guardia del corpo della granduchessa Elisa, ma a dispetto di ciò, nel 1812 viene aggregato alla Grande Armée, nei ranghidella guardia imperiale ed è da allora impegnato in continue campagne di guerra in Russia, Germania e Francia, fino all’abdicazione di Napoleone. Essendo costantemente aggregato alla guardia, le notizie di dettaglio sugli eventi che interessano questo battaglione sono scarse. Questo perché le fonti tendono a raccontare gli eventi dei quali sono protagonisti i reparti più grandi e rappresentativi, come i reggimenti dei granatieri e dei cacciatori della vecchia guardia, limitandosi ad indicare la presenza anche dei battaglioni dei veliti di Firenze e di Torino5. Dagli organici della guardia imperiale francese inerenti le varie campagne e fatti d’arme possiamo quindi ricostruire la partecipazione dei veliti di Firenze a tali fatti, ma non conosciamo gli avvenimenti precisi, salvo rare eccezioni. Ci dice il De Laugier che la notizia dell’inserimento del battaglione nella Grande Armée viene annunciata al reparto il 2 luglio 1812; la medesima fonte ci informa che tale notizia viene accolta con applausi. Ci comunica anche che il 5 luglio 1812 il battaglione si mette gioiosamente in marcia per raggiungere l’armata, che la medesima cosa era avvenuta per i veliti di Torino e che “Le guardie d’onore di Toscana e del Piemonte non tardarono a seguirli6. Per fortuna però la partenza è troppo tarda per la partecipazione del battaglione a Borodino e alla disastrosa ritirata ed i veliti ai primi di novembre del 1812 si trovano ancora a Varsavia 7. Da qui passano a Posen, dove sono posti agli ordini del vicerè Eugenio8. A fine gennaio 1813 troviamo i veliti di Firenze con una forza totale di 342 uomini inseriti – assieme ai veliti di Torino – nella divisione della guardia imperiale comandata dal generale Roguet, facente parte del corpo di osservazione comandato dal vicerè Eugenio9. Al primo febbraio 1813 la forza si è leggermente ridotta a 339 uomini10. La guardia viene riorganizzata su più divisioni ed i veliti di Firenze e Torino sono posti, assieme alla guardia reale italica, all’interno della 2a brigata della divisione della Vieille Garde comandata dal generale Roguet. I veliti partecipano agli eventi della ritirata da Berlino ed il 1 maggio 1813 la forza del battaglione si è ulteriormente ridotta a soli 17 ufficiali e 197 sottufficiali e soldati11. Il battaglione dei veliti di Firenze, sempre inserito nella divisione Roguet, è presente il 2 maggio 1813 alla battaglia di Lutzen con 16 ufficiali e 173 sottufficiali e soldati,12 e nei giorni 20 e 21 maggio 1813 alla battaglia di Bautzen13. A Lutzen abbiamo dal Martinien la notizia del ferimento del chirurgo maggiore Bastier14. Il 15 agosto 1813 il battaglione dei veliti di Firenze fa sempre parte della divisione della vecchia guardia, adesso comandata dal generale Friant, con una forza di 25 ufficiali e 403 sottufficiali e soldati, per un totale di 428 effettivi15.

Il battaglione partecipa, sempre nella divisione di Friant, anche alla disastrosa battaglia di Lipsia, combattuta dal 16 al 19 ottobre 181316. Sulla partecipazione del battaglione dei veliti di Firenze a Lipsia troviamo delle notizie nelle memorie del generale Griois. Questi, che alla battaglia di Lipsia è maggiore dell’artiglieria a piedi della vecchia guardia, è in difficoltà poiché la sua batteria di otto cannoni è minacciata dai tiragliatori nemici. Griois chiede aiuto al generale Drouot, che lo sostiene inviandogli il battaglione dei veliti di Firenze. Griois, riferisce infatti che “Il m’envoya le bataillon des vélites de Florence qui fasait partie de la garde, et je m’en servis pour tirailler avec l’adversaire et le tenir en respect.17. L’impiego in combattimento del battaglione in questa battaglia viene indirettamente confermato dal Martinien, che documenta per i veliti di Firenze ben 12 ufficiali morti e feriti a Lipsia18. Sappiamo poi che dopo Lipsia, al primo novembre 1813, la forza del battaglione è drasticamente calata a 12 ufficiali e 195 soldati e che al primo gennaio 1814 si è ancor più ridotta, arrivando a 14 ufficiali e 129 soldati19. I veliti di Firenze combattono infine nella campagna di Francia, nella quale abbiamo documentate le morti o il ferimento di ufficiali in numerosi combattimenti e battaglie: 23 gennaio 1814 a Fontaine, l’11 febbraio 1814 a Montmirail, il 28 ed il 29 febbraio sugli avamposti davanti a Meaux, il 25 marzo nel combattimento di Fère-Champenoise ed il 30 marzo 1814 alla battaglia di Parigi20. La partecipazione dei veliti di Firenze alla battaglia di Montmirail, assieme ai veliti di Torino e sempre nelle fila della guardia imperiale (divisione Michel) è attestata anche da altre fonti21. Sappiamo infine che i veliti di Firenze e di Torino combattono insieme anche a Bar sur Aube contro wurtenburghesi ed austriaci22. Il De Laugier cita i veliti di Firenze e di Torino anche il 14 febbraio 1814 nella battaglia di Vauchamps23 ed il 28 febbraio 1814 nel combattimento di Guè-à-Treme24, ma non sono ad oggi emersi riscontri al riguardo.

Il 1 febbraio 1814 i veliti stranieri sono congedati, ma questo provvedimento non riguarda i toscani, che sono cittadini francesi. Poi, terminate le ostilità, anche i toscani sono rimandati in patria ed il battaglione viene incorporato il 19 agosto 1814 nel 14° reggimento di linea ad Orléans25.

 

1 Cfr. ARZILLI, I reggimenti…., op. cit., pp. 753-754.

2 Cfr. PIGEARD Alain, L’armée napoléonienne, Curandera, Aubenas d’Ardèche 1993, p. 260.

3 Cfr. HAYTHORNTHWAITE Philip, Napoleon’s Guard Infantry (2), Osprey, London 1985, pp. 24, 28, 33 e 37.

4 Cfr. SMITH Digby, Napoleon’s regiments, Greenhill books, London 2000, p 36.

5 Anche il battaglione dei veliti di Torino viene creato nel 1809, come guardia del corpo del principe Borghese, governatore dei dipartimenti transalpini; anch’essi vengono aggregati alla guardia e frequentemente si trovano ad operare congiuntamente con il reparto gemello fiorentino.

6  Cfr. DE LAUGIER, Gli italiani…., op. cit., vol. II, p. 258.

7 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 12, p. 52.

8 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, p. 505.

9 Cfr. NAFZIGER, Lutzen e Bautzen…., op. cit., pp. 287-288.

10 Al primo febbraio 1813 il battaglione inserito nella divisione della guardia è composto da 17 ufficiali e 322 tra sottufficiali e soldati, Cfr. NAFZIGER, Lutzen e Bautzen…., op. cit., p. 301.

11 Cfr. NAFZIGER, Lutzen e Bautzen…., op. cit., p. 319.

12 Cfr. NAFZIGER, Lutzen e Bautzen…., op. cit., p. 328.

13 Cfr. NAFZIGER, Lutzen e Bautzen…., op. cit., p. 337.

14 Cfr, MARTINIEN, in Tableaux…, op. cit., p. 92.

15 Cfr. BOWDEN, Napoleons’s…., op. cit., p. 236.

16 Cfr. HOFSCHROER Peter, Lipsia 1813. La battaglia delle nazioni, Osprey-Del Prado, Madrid 1998, p. 28.

17 Cfr. GRIOIS Charles Pierre Lubin, Mémoires du général Griois 1792-1822, Plon, Paris 1909, pp. 252-253.

18 Cfr, MARTINIEN, in Tableaux…, op. cit., p. 92.

19 Cfr. LEFEBRE DE BÉHAINE, La campagne, op. cit., vol. III, L’invasion, p. 303.

20 Cfr. MARTINIEN, inTableaux…, op. cit., p. 92 e p. 804.

21 Cfr. MATHIEU, Dernières…, op. cit., p. 129.

22 Cfr. LEFEBRE DE BÉHAINE, La campagne, op. cit., vol. IV, L’invasion, pp. 179-181.

23 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 13, p. 213.

24 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 13, p. 386.

25 Cfr. FIEFFIÉ, Histoire des.., op. cit., vol. II, p. 117 e ARZILLI, I reggimenti…., op. cit., p. 754.

Il brano sopra citato è tratto da: Gianni Doni “CENNI SUI MILITARI TOSCANI NELLA GRANDE ARMÉE” in: Partire, Partirò, Partir bisogna. Ed. Polistampa, Firenze 2009.