1997
 Tolentino

1997

Da Leoben a Rivoli
 
Il 1997 potrebbe essere sintetizzato con il semplice elenco delle stagioni:

 

dalla neve di Leoben all’afa di Rivoli.

Oppure con il semplice elenco di capi di vestiario:

dalle braghe rigatino del Sous Leutenant Coturri a Udine al poncho del voltigeur Mascelli a Leoben.

C’era un silenzio strano, la mattina all’alba, in tenda, tra i monti della Stiria.

La natura taceva , affascinata dalla neve che aveva cominciato a coprire le tende, i cannoni, i fuochi.

Era uno spettacolo indimenticabile che ci faceva sentire più “veri”, più partecipi di quell’evento.

L’Imperatore diceva che la prima virtù del soldato era la sopportazione delle privazioni , dei disagi e delle fatiche. Il coraggio veniva solo secondo.

A Leoben , ed anche a Rivoli, siamo certi di aver soddisfatto in pieno il Suo precetto.

Il fuoco acceso sotto la nevicata per un “petit repas” caldo, di prima mattina. L’appello e la rivista, pronti alla battaglia incappottati e intirizziti sempre sotto la neve. Il cannone, spinto, trainato portato quasi nel fango e nella neve del campo di battaglia. La conquista del cannone austriaco (il primo di una lunga serie).

Il Reggimento anche lì si portò con abnegazione e valore.

Purtroppo ancora non compresi nell’èlite del “gioco”, cominciavamo a guadagnarci, con il silenzioso sacrificio, sempre maggior rispetto.

Silenzioso in verità non tanto. Il 113ème era ed è famoso per essere un reggimento di veri “grognards”.

Insieme a noi si riconoscono alcuni veri pilastri del reenactment italiano ed europeo.

Amici carissimi dai quali molto abbiamo imparato.

Vale la pena di raccontare delle braghe del Sous Leutenant.

Le cosiddette braghe “dell’ape maia”. Erano a righe, ma poco avevano di rivoluzionario.

A Udine il 113éme passò un’importante revue del generale in Capo. Revue di cui si conserva il verbale.

Armi, uniformi, copricapo, zaini. Tutto. Controllato, censito e giudicato.

Ebbene, il Generale bruciò in punta di sciabola le improbabili braghe del Tenente.

Il reggimento ride ancora.