4.2 Russia 1812: anabasis e catabasis

Nel febbraio del 1812 350 uomini del 28° bis, con soli 80 cavalli, si recano nell’Hannover per essere completamente montati. Poi il reggimento si ricongiunge alla Grande Armée e in previsione dell’invasione della Russia, viene assegnato al III corpo del maresciallo Ney, formando una brigata di cavalleria leggera con il 4ème régiment de chasseurs à cheval. A marzo da Orléans partono altri 180 cacciatori del 28°bis, che non raggiungono l’armata in tempo per poter combattere a Borodino con il resto del reggimento. Questo rinforzo rimane coinvolto nei dintorni di Mosca in un duro scontro con dei cosacchi, mentre si sta dirigendo verso il corpo principale scortando un convoglio1.

Durante l’avanzata in terra russa il 28° bis combatte a Smolensk il 16 agosto 1812 e poi a Borodino2 il 7 settembre 1812. Nel corso della battaglia ben 6 ufficiali del 28° bis rimangono feriti3. Due giorni dopo il reggimento combatte a Mojaisk dove carica i russi assieme ai lancieri della guardia e all’11° ussari4. Poi il reggimento entra a Mosca con il resto della Grande Armée. Iniziata la ritirata, il 24 ottobre anche il 28° bis combatte a Malojaroslawes per aprirsi la strada tra i russi che tentano di bloccare Napoleone. Il reggimento combatte di nuovo il 16 novembre 1812 a Krasnoe dove Kutusoff taglia ancora una volta la strada ai francesi5. Il 19 novembre Napoleone costituisce uno squadrone sacro con coloro che hanno ancora un cavallo. Il reparto si compone di 4 compagnie, ognuna di 150 cavalieri, ed in esso sono inseriti anche elementi del 28° bis6. Il resto del reggimento, circa 50 cavalleggeri in tutto, partecipa alle azioni di retroguardia agli ordini del maresciallo Ney fino a Wilna. Qui il fato fa si che i toscani del 28° bis si ricongiungano con i toscani del 113ème, che nel frattempo sono accorsi a soccorrere l’armata in ritirata. La permanenza dei cacciatori a cavallo toscani è documentata sia a Wilna che a Kowno dalle perdite di ufficiali subite nei rispettivi scontri7. Lasciata Kowno anche il 28° bis abbandona il suolo russo, si ritira a Koenigsberg e da lì è inviato ad Amburgo8, dove viene raggiunto dai veterani di Spagna dell’originario 28° cacciatori, che nel frattempo si è riorganizzato presso il deposito di Orléans.

 

1 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, pp. 437-438.

2 Per i francesi, si tratta della bataille de la Moskowa; il De Laugier parla delle azioni a cui partecipa il 28° cacciatori a Borodino nel capitolo che dedica a questa battaglia cfr. DE LAUGIER, Gli italiani…., op. cit., vol. III, pp. 58-62.

3 Si tratta del maggiore Quinto, del capo squadrone Niccolini, del capitano Ridolfini (morto il 26 gennaio 1813), del tenente Barlami (morto il 16 ottobre 1812), del sottotenente Meucci (morto il 19 dicembre 1812) e del sotto tenente Bartolucci; cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit., p. 613.

4 Cfr. FIEFFIÉ, Histoire des.., op. cit., vol. II, p. 294.

5 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, pp. 447-448.

6 Cfr. DE LAUGIER, Fasti e…, op. cit., vol. 11, p. 379 e p. 398.

7 In questo caso si tratta del tenente Olivieri e del sottotenente Marzicchi, feriti il 10 dicembre 812 nel combattimento davanti a Wilna e il capo squadrone Nicolini disperso nei pressi di Kowno; cfr. MARTINIEN, Tableaux…, op. cit., p. 613.

8 Cfr. GIORGETTI, Le armi…., op. cit., vol. II, p. 456.

Il brano sopra citato è tratto da: Gianni Doni “CENNI SUI MILITARI TOSCANI NELLA GRANDE ARMÉE” in: Partire, Partirò, Partir bisogna. Ed. Polistampa, Firenze 2009.